LAPACHO
(Fonte: flickr.com - autore Edwin E. Harvey - opera Lapacho en flor - con licenza Creative Commons)
LAPACHO – Pau d’arco
Tabebuia impetiginosa
Il nome comune Pau d'arco (in portoghese) si riferisce a diverse specie di Tabebuia.
La T. impetiginosa, conosciuta per i fiori purpurei e spesso chiamata “lapacho purpureo”, è quella che viene più usata nella medicina erboristica.
Le altre specie di Pau d'arco producono fiori rosa, gialli o bianchi. Sebbene queste specie abbiano una composizione fitochimica simile, molte specie di Tabebuia hanno solo qualcuno o nessuno dei costituenti attivi delle reali specie officinali.
Alcuni testi distinguono tra il Lapacho rosso (ipe roxo), a fiori scarlatti, e il Lapacho rosa porpora, che cresce in climi più freddi come quello delle alture delle Ande e del Paraguay; “roxo” in brasiliano significa appunto “viola”, ma il termine viene usato spesso indistintamente per i fiori rosa, rossi, purpurei e viola.
A causa dei diversi nomi e della forte rassomiglianza tra le specie è difficile identificare quale sia la specie più adatta per gli scopi terapeutici. Testimonianze recenti suggeriscono che queste due varietà di Lapacho possiedono proprietà medicinali superiori e che la varietà a fiori rosa-porpora proveniente dal sud America è più efficace (oggi correttamente indicata col nome di TABEBUIA IMPETIGINOSA, con riferimento all’uso della pianta per la cura della impetigine, infezione cutanea da Stafilococco o Streptococco).
Famiglia : Bignoniaceae
Origine : foresta amazzonica e altre aree tropicali di Sud America e America Latina ; montagne di Paraguay, Argentina e Brasile.
Parte usata : la corteccia, che è la parte attiva dal punto di vista fitoterapico, e in particolare il rivestimento interno della corteccia.
Nella parte più esterna della corteccia e nel legno i principi attivi sono contenuti in quantità minori. Ed è proprio la quantità dei principi attivi che varia a seconda della parte di albero usata che nel corso degli anni ha dato luogo a risultati terapeutici assai differenti.
Una particolarità : la corteccia appena tolta ricresce molto velocemente senza arrecare alcun danno alla pianta stessa.
Caratteristiche del Lapacho :
Albero sempreverde che cresce fino a 30 metri di altezza; la base dell’albero può raggiungere i 2-3 metri di diametro.
L'albero è molto apprezzato dai taglialegna poiché il suo legno di alta qualità è uno dei più forti e durevoli dei tropici ed è usato diffusamente per la costruzione di case, barche e attrezzi agricoli.
Storia e usi etnomedici del Lapacho :
Il lapacho è stato ampiamente utilizzato a scopi medicinali, per migliaia di anni, dagli indigeni della foresta pluviale.
Numerose tribù indiane hanno inoltre utilizzato per secoli il legno di Pau d'arco (“bastone per archi”) per costruire i loro archi da caccia.
I Guarani e i Tupi chiamano questo albero “tajy”, vale a dire “avente forza e vigore”, o, semplicemente, “L’albero divino”.
Usano infatti il rivestimento interno della corteccia per trattare vari disturbi e come tonico. Utilizzano il Lapacho porpora, ma anche quello rosso.
Pau d'arco viene utilizzato dagli indigeni della foresta amazzonica e dalle popolazioni indigene di Brasile, Costa Rica, Argentina, Bahamas, Messico e Sudamerica in genere per curare diverse problematiche/ malattie :
- raffreddori, tosse, problemi respiratori; influenza, febbre ;
- mal di denti, gengiviti
- artrite e reumatismi
- gastrite, diarrea; candida, coliti ; disturbi del fegato
- infezioni del tratto urinario, enuresi, cistite
- allergie
- leucemia, cancro
- anemia
- morsi di serpente (antiveleno)
- cattiva circolazione, emorroidi , vene varicose
- eczema, psoriasi ; impetigine ; bolle ; verruche ; tricofizie
- infezioni da parassiti ; scabbia ; malaria; leishmaniosi
- borsiti
- diabete
- gonorrea ; sifilide
Costituenti – principi attivi del Lapacho :
I costituenti principali di questa pianta sono 18 chinoni, che comprendono sia NAFTOCHlNONI (fattori-N) che ANTRACHINONI (fattori-A).
I fattori-N non sono molto comuni. Raramente i fattori-N e A sono presenti nella stessa specie. Molte delle importanti proprietà del Lapacho possono essere dovute a una probabile sinergia tra i fattori-N e A.
I naftochinoni Lapacholo, Beta-lapachone e xiloidone sono considerati i più importanti. I ricercatori hanno evidenziato come elemento più potente il naftochinone chiamato lapacholo.
Altri costituenti sono la quercitina, il lapachenolo, il carnosolo, gli indoli, coenzima Q, alcaloidi come tecomina, acidi idrossibenzoici e saponine steroidee.
La corteccia contiene tannino in quantità elevata, così da renderla utile contro affezioni della gola, nel trattamento delle ferite e delle piaghe esterne. L’acido tannico veniva usato un tempo come astringente delle mucose orali e della gola, e nella terapia della diarrea. Fra i tannini ci sono quelli condensati (o catechine), incolore e insolubili in acqua; essi sono agenti astringenti (cioè provocano la cicatrizzazione del tessuti). Le catechine hanno il vantaggio di essere efficaci anche in quantità molto limitate. Per es., nella inibizione della ossidazione dei lipidi nelle cellule epatiche sono cinque volte più potenti della vitamina E. A dosi elevate, come altri tannini, sono risultate efficaci come antitumorali, antimutageni, riduttori del colesterolo, antibatterici, chelanti del ferro e in grado di migliorare il flusso sanguigno.
Sempre nella corteccia è presente ossalato di calcio sottoforma di minuscoli cristalli bianchi.
Le saponine migliorano la disponibilità dei componenti attivi presenti nelle erbe accentuandone la solubilità in acqua e l’assorbimento a livello dell’apparato digerente.
Non è stato evidenziato alcun elemento radioattivo, mentre si ha un’ elevata presenza di stronzio non radioattivo che è strettamente correlato al calcio.
La Quercetina e altri flavonoidi contribuiscono all’efficacia della pianta nel trattamento dei tumori e delle infezioni.
Ricerche – studi sul Lapacho :
La parte più studiata della pianta è un estratto della parte interna della corteccia (la corteccia e il legno) così come i costituenti Lapacholo e B-lapachone. Si è trovato che il lapacholo è prontamente assorbito e ampiamente distribuito nel corpo, con l’eccezione del cervello e delle cellule del sangue.
II lapacholo sembra avere un’altissima affinità per le cellule tumorali; infatti, se nell’organismo vi sono cellule tumorali, il lapacholo viene ritrovato circa sei ore dopo l’assunzione in concentrazione più elevata all’interno di queste cellule.
Una caratteristica generale dei naftochinoni del Lapacho è quella di interferire con il metabolismo dell’ossigeno delle cellule tumorali impedendo così la respirazione cellulare. Vi è quindi una uccisione selettiva (citotossicità) delle cellule tumorali e non di quelle sane.
Questa uccisione selettiva delle cellule tumorali fa del Lapacho un agente potenzialmente valutabile per il trattamento del cancro.
Si sta cercando di scoprire in che punto la respirazione cellulare viene interrotta dagli agenti chimici.
Ci sono anche evidenze che il Lapacho interagisce direttamente con gli acidi nucleici dell’elica del DNA nelle cellule tumorali rendendo la replicazione del DNA impossibile. Il risultato sarà anche l’eventuale morte della cellula. Infine, il componente del Lapacho Beta-lapachone indebolisce le cellule maligne, che smettono di crescere, fino alla morte cellulare.
“I costituenti sono stati documentati in numerose ricerche a partire dagli anni '60. Gran parte delle ricerche sono state condotte per testare l’uso tradizionale del Lapacho per diversi tipi di cancro.
Estratti del cuore del legno e della corteccia hanno dimostrato effetti antitumorali in test di laboratorio, attirando così l'interesse del National Cancer Institute statunitense.
Dal 1970, una ricerca condotta dal National Cancer Institute testava il lapacholo su pazienti affetti da cancro, riportando però un insuccesso per la prima fase di studio che mirava a produrre un effetto terapeutico senza effetti collaterali: la ricerca fu sospesa poco dopo. Gli effetti collaterali che erano stati riscontrati erano nausea e vomito (effetti molto comuni con i farmaci chemioterapici) e un'attività anti-vitamina K (la principale preoccupazione è che causasse anemia ed effetti anticoagulanti). E' interessante però come gli altri elementi chimici presenti nella pianta (che inizialmente avevano dimostrato effetti antitumorali positivi e una tossicità molto bassa) abbiano effetti positivi sulla vitamina K e, quindi, compensino gli effetti negativi del lapacholo.
Sebbene il National Cancer Institute avesse abbandonato la ricerca, un altro gruppo sviluppò un analogo del lapacholo nel 1975. Uno studio riportò che questo analogo poteva aumentare l'aspettativa di vita di soggetti affetti de leucemia dell'80%. In uno studio (non controllato) del 1980 su nove pazienti affetti da vari tipi di tumore (fegato, reni, seno, prostata e cervice) fu riportato che il lapacholo puro poteva rimpicciolire i tumori e ridurre il dolore causato da essi (e tre pazienti si sono completamente rimessi).
Il database fitochimico depositato al Departement of Agriculture statunitense documenta che il lapacholo è un elemento anti-ascessi, antiedemico, antinfiammatorio, antimalarico, antisettico, antitumorale, antivirale, battericida, funghicida, insettifugo, pesticida, protisticida, depressivo respiratorio, schistosomicida, termiticida e viricida.
Anche un altro elemento, il beta-lapachone, è stato studiato attentamente per azioni simili al lapacholo (antimicrobica, antimicotica, antivirale, antitumorale, antileucemica e antinfiammatoria) con pochi effetti collaterali. In uno di questi studi sul beta-lapachone e altri chinoni del Pau d'arco, i ricercatori hanno riportato che “Grazie alla loro potente attività contro la crescita dei cheratinociti umani, alcuni composti derivati dal lapacholo sembrano essere promettenti come agenti antipsoriasici”.
Un brevetto statunitense del 2002 cita poi il beta-lapachone per la sua significativa attività anticancerogena contro le linee cellulari tumorali della leucemia promielocitica, della prostata, del glioma maligno, del colon, dell'epatocarcinoma, del seno, delle ovaie, pancreatico, del mieloma multiplo e delle cellule resistenti ai farmaci. In un altro brevetto statunitense, il beta-lapachone è stato citato per l'abilità di inibire la crescita del tumore alla prostata.
Accanto alle riportate attività antitumorali e antileucemiche, Pau d'arco ha dimostrato azioni di ampio spettro contro numerosi disturbi causati da microorganismi. Studi clinici hanno dimostrato le proprietà antimicrobiche in vitro di molti dei suoi componenti attivi contro batteri, funghi e lieviti (inclusi Candida, Aspergillus, Staphylococcus, Streptococcus, Helicobacter pylori, Brucella, tubercolosi, polmonite e dissenteria).
Inoltre, un estratto acquoso caldo di Pau d'arco ha dimostrato un'azione antibatterica contro lo Staphylococcus aureus e l 'Helicobacter pylori (i batteri che causano le ulcere allo stomaco), e Brucella. Un estratto acquoso di Pau d'arco ha anche mostrato una potente azione contro 11 ceppi di funghi e lieviti. Infine, ha dimostrato in vitro proprietà antivirali contro diversi tipi di virus, inclusi l'Herpes I e II, l'influenza, la poliomelite e le stomatititi vescicolari. Anche le sue azioni antiparassitarie contro numerosi parassiti (fra cui malaria, schistosoma e tripanosoma) sono state confermate. Infine, estratti di corteccia hanno dimostrato attività antinfiammatorie contro una vasta gamma di infiammazioni.”
Proprietà – azioni del Lapacho (documentate da studi o dall’uso tradizionale) :
Potenzia le difese immunitarie (10)
Antimicotico – anticandida (10)
Antibatterico – antivirale (9)
Una delle azioni più forti del Lapacho è contro i virus; è stato dimostrato che inibisce attivamente, uccide e arresta la crescita di diversi virus e batteri pericolosi.
Antiossidante - combatte i radicali liberi (9)
Antinfiammatorio (riduce le infiammazioni) (7)
Antitumorale (combatte le cellule leucemiche – riduce i tumori) (5)
Antiparassitario – Antimalarico (5)
Analgesico - antidolorifico (allevia il dolore)
Insetticida
Fluidifica il sangue
Leggermente lassativo
Allevia i reumatismi
Asciuga le secrezioni
Cardiotonico (tonifica, equilibra, rafforza il cuore)
Epatotonico (tonifica, equilibra, rafforza il fegato)
Usi principali :
Candida, lieviti e infezioni da fungo
Infezioni batteriche o virali del tratto respiratorio superiore
Malattie sessualmente trasmissibili ( sifilide, gonorrea, ecc.)
Psoriasi e dermatiti
Azione/terapia complementare in tutte le forme di carcinoma e leucemia
Infezioni parassitarie, quali malaria
Infezioni della bocca, naso e gola
Disordini del tratto gastrointestinale: infiammazione delle mucose, colite, morbo di Crohn, polipi, dissenteria, ulcere peptiche
Disordini del sistema urogenitale: cistite, uretrite, prostatite, polipi vescicali, vaginiti, leucorrea, infiammazione della cervice uterina
Gastrite, ulcera gastrica
Affezioni cutanee da scarsa eliminazione, eczema, acne, foruncolosi, pso-riasi
Dolori in generale.
Metodo principale di preparazione :
Tintura o decotto della corteccia, del cuore del legno.
Dosaggio standard:
Decotto: 1/2 tazza 2-4 volte al giorno.
Tintura: 2-3 ml 2-3 volte al giorno.
Preparazione tradizionale :
Per ottenere i migliori risultati quando si estraggono gli elementi attivi di Pau d'arco è necessario bollire la corteccia e/o il legno per almeno 8-10 minuti, piuttosto che porli in infusione come un semplice tè (il lapacholo e gli altri chinoidi non sono molto solubili in acqua, quindi infusi e tè non sono efficaci).
Quindi :
½ tazza di decotto di corteccia e/o di cuore del legno da prendere oralmente 2 - 4 volte al giorno.
Lo stesso decotto è tradizionalmente impiegato anche come doccia per le infezioni da lievito (usare una volta al giorno per tre giorni consecutivi) e applicata direttamente sulla pelle per i funghi cutanei (come i funghi delle unghie e il piede d'atleta).
Controindicazioni :
Non sono state segnalate controindicazioni per i decotti di corteccia intera o per le tinture.
In ogni caso, almeno uno degli elementi fitochimici isolati in Pau d'arco (lapacholo) ha dimostrato delle possibili proprietà abortive. L'uso di Pau d'arco è perciò sconsigliato in gravidanza.
Cautela durante l’allattamento.
Non va assunto in età pediatrica.
Un dosaggio elevato di decotto di Pau d'arco (più di una tazza) può causare disturbi quali nausea, vomito, diarrea. Non assumere ad alti dosaggi, salvo diversa prescrizione medica.
Ridurre il dosaggio in caso di nausea.
Interazioni con i farmaci :
Nessuna documentata, ma data la sua attività anticoagulante, può interferire con i farmaci anticoagulanti.
Dragonero
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