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SOFFERENZA Burned

SOFFERENZA

Secondo il Buddismo ci sono dei momenti specifici per elaborare e comprendere la sofferenza:

- Riconoscere il dolore

- Accettarlo

- Abbracciarlo con tenerezza (l’emozione)

- Osservare le cause (in profondità)

- Comprendere e agire per risolvere : comprendere la causa è la realizzazione della libertà rispetto alla sofferenza; è la completa guarigione.

Vediamo nel particolare queste fasi:

Riconoscere il dolore e abbracciarlo con tenerezza:

E’ la pratica del fermarsi (Samatha), sviluppando concentrazione e presenza con la meditazione.

Durante la pratica meditativa sviluppiamo calma e consapevolezza.

E’ un momento fondamentale per arrivare alla fase successiva che ci permetterà di vedere in profondità le radici del problema.

Abbracciarlo con tenerezza:

Solo così scopriamo che nel dolore c’è una grande possibilità di trasformazione e gioia.

Nel momento difficile che stiamo vivendo è molto importante usare l’energia della meditazione per riposare il corpo e la mente in modo da arrivare dolcemente verso una guarigione naturale.

Quando stiamo male è importante saper chiedere aiuto agli amici; e anche ascoltare i loro consigli.

Osservare le cause:

E’ l’osservazione profonda di quello che ci sta succedendo e di quello che ha originato tale problema (Vipassana).

Guardare le cause è capire che dobbiamo fare uno sforzo per cambiare quei comportamenti, quelle abitudini che generano la nostra sofferenza.

Guardare è comprendere le cose così per quello che sono.

E’ l’uso della mente fredda, del ragionamento lucido che nasce da una profonda calma che ci permette di vedere realmente cosa succede.

Comprendere e agire per risolvere:

E’ chiaro che la comprensione del problema ci porta a fare la cosa migliore nel momento più opportuno e quindi arriviamo alla soluzione del problema.

Credere che la sofferenza derivi dall’esterno è una bugia.

Solo la compassione nata dalla nostra saggezza innata ci fa capire come agire nei momenti difficili.

Siamo noi a creare, plasmare la nostra realtà.

La felicità e il dolore nascono dal nostro modo di interpretare la realtà.

Una soluzione è quella di riscoprire la nostra Buddità tramite una pratica costante (Meditazione statica o dinamica).

La felicità nasce dalla qualità del nostro pensiero.

La disciplina diventa una vera fonte di gioia; perché coltiviamo le nostre qualità che poi ci cambiano la vita.

O meglio il modo di vedere la vita.

Forse possiamo dire che la felicità è la soddisfazione della volontà, mentre la sofferenza è l’impedimento della volontà.

Ma si può dire che anche una serie di eventi felici può diventare un terribile ricordo se per qualche motivo uno di questi eventi non è stato per niente felice, anzi traumatico.

Quindi nella nostra mente quello che doveva essere un ricordo positivo diventerà solo un evento triste del nostro passato da dimenticare.

Vale anche il contrario; un uomo che è stato infelice per tutta la sua vita, se vive pienamente un solo attimo di felicità profonda e se il suo sentimento non ha alcuna aspettativa di ulteriore gioia futura, allora l’intero passato di dolore sarà completamente dimenticato.

LA RABBIA:

La rabbia è l’esatto opposto dell’altruismo; la rabbia ci chiude in noi stessi e non ci permette di vedere come il mondo e le persone per quello che sono.

La rabbia è un nemico della mente; ci arrabbiamo perché non percepiamo i fatti per quello che sono veramente (ignoranza).

La rabbia nasce quindi dalla nostra ignoranza e dal nostro egoismo.

Mentre l’altruismo è un metodo per innaffiare i semi d’amore che sono in noi; l’altruismo è per certi versi il contrario della rabbia.

L’altruismo non sceglie:” mi piace questo e quello no!”

Essere altruisti ci porta a scegliere tutto; la nostra percezione è chiara e non separa la realtà ma anzi comprende il tutto come la espressione dell’uno indivisibile, fonte d’amore infinito.

Dragonero

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