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FOTO DI SANDIE OSBORNE
Sotto il cielo tutti sanno che il bello è bello, di qui il brutto; sanno che il bene è bene, di qui il male. E’ così che essere e non essere si danno nascita fra loro, facile e difficile si danno compimento fra loro, lungo e corto si danno misura fra loro, alto e basso sii fanno dislivello fra loro, tono e nota si danno armonia fra loro, prima e dopo si fanno seguito fra loro. Per questo il santo permane nel mestier del non agire e attua l’insegnamento non detto. Le diecimila creature sorgono ed ei non le rifiuta, le fa vivere ma non le tiene come sue, opera ma nulla s’aspetta. Compiuta l’opera ei non rimane e proprio perchè non rimane non gli vien tolto.
Parlando del bello viene subito alla mente ciò che gli è opposto: il brutto;
è chiaro che al fondo di un opposto troviamo sempre l’opposto speculare che nel suo esistere in contrapposizione all’altro è un altro aspetto della stessa realtà . Non può esistere il bello senza il brutto e viceversa.
Tutti gli opposti (legge della polarità) hanno la stessa origine (nascono comunque dalla stessa realtà : vuoto - uno - non essere) sono sempre l’espressione della legge dello yin - yang che non segue un principio di divisione ma di unione nella diversità e di alternanza continua ed interdipendenza.
Il principio universale rimane sempre immutato nella sua essenza (di vuoto - vacuità) quindi è sempre errato esaltarne un solo considerando meno importante l’altro; visto che comunque in origine erano parte della stessa realtà e comunque seguono le regole di chi li ha generati: il Tao.
Impariamo a guardare di ogni situazione nella vita le sue due facce.
Nel negativo il positivo e nel positivo la potenzialità del negativo.
Entriamo nel ritmo armonico della vita per percepire come funziona il mutamento continuo della realtà.
E’ il continuo gioco cosmico della legge della polarità; davanti a questa danza ritmica che genera la realtà il saggio osserva ma non interviene con la sua opera (ego); non vuole interrompere o falsare il movimento naturale delle cause e degli effetti.
Voler vedere solo una delle facce della stessa realtà è piuttosto limitante e genera nell’osservatore una visione parziale del reale; ed è anche causa di sofferenza perchè chi giudica in questo modo la realtà non vede mai l’aspetto nascosto nelle situazioni che in qualche modo può aiutare o danneggiare la persona.
Il saggio Taoista pratica il non agire, gli basta rimanere nella sua spontaneità originaria e seguire la legge del Tao.
Il suo modo di influenzare il mondo (per aiutarlo) è con il suo esempio concreto; con il suo modo di essere e vivere.
Rimane nella sua naturalezza camminando sul sentiero della legge cosmica.
Il saggio vede l’alternarsi della polarità universale, rispetta questo movimento e quando agisce lo fa sempre nel rispetto di questo ritmo naturale; non forza nulla ma asseconda quello che già c’è.
Si immedesima completamente nel motore universale (Tao); o meglio lo imita perchè rimane nella sua spontaneità.
E così facendo non c’è nulla che non sia fatto; proprio come il cielo e la terra che rimanendo sempre fino in fondo fedeli a loro stessi compiono ogni cosa.
Tutto diventa facile perchè lui usa la forza del momento; utilizza il principio cosmico per realizzare tutto quello che si sta già realizzando.
Il santo non vuole nulla per sè; ormai è oltre il desiderio dei sensi; lascia accadere tutto perchè è come se conoscesse le leggi fondamentali dell’esistenza.
Accetta e aiuta tutte le creature, ma non si aspetta nulla in cambio (proprio come cielo e terra); non tiene nulla per sè ma dona tutto se stesso; anche i suoi meriti.
Dimentica se stesso, cancella il proprio ego e promuove comunque l’altro; per tutto questo: disinteresse - gratuità – amore; la sua opera rimane.
Non attribuisce mai a se stesso i risultati della sua azione (meriti) ma all’insieme delle cause : ordine universale - Tao.
E visto che l’effetto prodotto è completamente naturale ha la probabilità di durare nel tempo.
Questo capitolo debutta con il fissare nelle menti il gioco degli opposti che domina il mondo del relativo, lo crea e ne è alla base, essendo un tutt'uno con esso; relativo che tuttavia imprigiona solo le menti che si muovano al suo interno. Viene così affermata l'indipendenza del saggio che stabilito nel Principio agisce senza un io particolare, senza quindi egoismo individuale e per questo libero ed architetto d'azioni di natura assoluta (Come del resto sono tutte le azioni, dipende esclusivamente da come queste sono concepite.).
Ancora una volta viene qui stabilita a parole una dualità nel discorso che probabilmente è un espediente per farsi comprendere, ma che non ci si aspetterebbe da un testo così ispirato
SINTESI:
La legge della polarità ha varie modalità:
alternanza
interdipendenza
opposizione
reciprocità
un opposto genera l’altro.
La polarità nasce dall’unità e nel suo essere bipolare comunque segue sempre un principio unitario; appunto per le sue modalità.
Nel guardare la realtà bisogna:
considerare sempre le situazioni osservando i due aspetti fondamentali ed opposti di queste.
Quindi relativizzare un po’ tutto per vivere un po’ meglio e con più saggezza.
Il saggio vede nella divisione l’unità, lo stolto nò; ed è per questo che se la prende troppo e soffre.
Guardare e osservare il momento per poi fare solo quello che già naturalmente i sta succedendo : cioè sfruttare al massimo le potenzialità insite della situazione.
- Guardare sempre le due facce della medaglia
- Non separare ma unire sempre
- Il momento determina l’efficacia del non agire.
Drago
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